C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)

C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)
"C'est en écrivant qu'on devient écriveron" (Raymond Queneau)

domenica 8 dicembre 2013

STORIE DI ANIME: 4 - L'IO, BUONANIMA.

 
 

Oggi sono stato ai funerali del mio Io. Una cerimonia sobria, poca gente, d'altronde non ho potuto avvisare gli Altri, non ne ho avuto il tempo. Non mi sono né commosso né dispiaciuto, come gli Altri, del resto.

C'ero, anche se non potevo più utilizzare il pronome personale di prima persona. Quindi c'ero ma mi sentivo particolarmente distaccato. Come esterno. Ricordo bene di essermi subito accorto di non riuscire più a pensare. Calma! Per pensare penso, ma non riesco più a parlare a me stesso. Quando ci provo è come se parlassi al muro. Nessuno mi risponde. E, siccome dentro devo essere vuoto, la mia voce rimbomba e, dopo un po', mi provoca accessi di emicrania. Quindi sono costretto a stare zitto dentro e parlare solo all'esterno. Devo farlo quando c'è qualcuno, altrimenti, oltre a venirmi il mal di testa, mi prendono anche per matto.

Diciamo che senza un Io dopo un po' ci si abitua. E si inizia a provare anche un certo benessere. Nessuno ce l'ha più con me, ho smesso di essere permaloso. Nessuno si permette più di darmi dell'egoista, dell'egocentrico e del narcisista. Nessuno prova più gusto nell'offendermi e nessuno si permette di darmi del tu (cosa che ho sempre odiato, anche quando il mio io era ancora vivo e vegeto).

Nei primi momenti, mi era da subito venuta la voglia di ricostruirmi un altro Io. Non per elaborare il lutto ( è ovvio che non posso farlo), ma per evitare quel senso di assenza che mi si ripropone ogni mattina quando mi sveglio.

Sono andato dal mio medico curante, il quale mi ha dato degli ansiolitici e mi ha detto che dovevo cambiare stile di vita. Dalla diagnosi e dalla prescrizione è evidente che non ci ha capito nulla. Ma è stata colpa mia, sono entrato nell'ambulatorio dopo una fila interminabile di persone anziane che erano lì per farsi misurare la pressione.

Non avendo l'Io, ho subito dedotto che il disturbo mattutino è un semplice reflusso gastrico. Prenderò delle compresse all'alluminio. Sono sicuro che tutto passerà in pochi giorni.

Così, la voglia di rifarmi un altro Io mi è subito passata. Questa scelta avrebbe comportato effetti collaterali, come la solitudine. Preferisco starmene per i fatti miei senza far male a nessuno. Ho letto su di una rivista che l'Io si ammala facilmente e che le cure per guarirlo sono lunghe, dispendiose e comportano anni di chiacchierate con specialisti del settore. Alle volte si può ammalare gravemente, ed allora tutto si complica. Ma è meglio non parlarne.

Il mio Io è morto di morte naturale. Un difetto dalla nascita. Era da sempre vissuto nella certezza di restare giovane. Appena ha visto che la cosa tirava per le lunghe, non gli ha retto la consapevolezza, che per un Io è tutto.

Come farò per il futuro? Semplice, se non ho più l'Io sarò un Altro generico. Quindi mi comporterò come tale, con tutte le conseguenze. Per prima cosa mi tratterò in terza persona, cambierò casa e automobile. Mi guarderò dall'esterno, mi vedrò aggirare tra gli spazi e le persone che un tempo avevano a che fare con il de cuius. Non potrò essere più coinvolto in emozioni e sentimenti. Libero, finalmente libero. Che gran soddisfazione!

Tornando a casa stasera, in un cassetto, ho trovato una busta. L'ho aperta. Dentro c'era il testamento olografo del mio Io. Ho riconosciuto subito la sua scrittura. l'Io ha  scritto quasi quattro pagine di cose che mi sembrano non aver senso. Non potendo disporre di beni materiali, parla di una donna e di alte cose che credo siano sentimenti. Cose tipiche da adolescenti, come era lui.

Il testamento era indirizzato all'Altro, cioè a me. Mi chiedeva di dare un ultimo bacio ad una certa sua amica il cui nome termina per “a”.

Ho portato la lettera da un notaio che mi ha subito nominato esecutore delle ultime volontà del defunto. Ho accettato. Come potrei dire di no, all'Io buonanima.



© 2013 Gianfranco Brevetto




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