C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)

C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)
"C'est en écrivant qu'on devient écriveron" (Raymond Queneau)

sabato 2 aprile 2016

MARTA E... CHIARA MENICHETTI


Marta....

uno dei nomi che avrei voluto dare a mia figlia.

Marta... la donna così indaffarata, narrata dal Vangelo... ma ben più grande forse nei sentimenti di chi trovava stasi e meditazione... “Marta.. Marta”.

La Marta di Gianfranco... una storia muta.. ma assordante.... uno scomporsi in mille pezzi per poi riuscire ad esser Una.

Una voce narrante... che si insinua, osserva, guarda... complice di un puzzle disfatto.. di cui ancora non si e' deciso se conservare o gettare i pezzi.. una scrittura muta.. che non si fa stendere sulla carta.. ma disegna rivoli di nuvole nella mente.

Marta, che si fa guardare... che si difende... che abita un tempo senza punteggiatura. Un uomo, forse ferito o in rinascita..un investigatore di se stesso e della femminilità di Marta. Un amore non consumato perché ancora avvolto da troppe solitudini.

Un disperato bisogno di conoscersi osservandosi nello specchio altrui alla ricerca di un legame impossibile da tessere. Chi è Marta?  Chi e' l’autore?

Si attende la neve. Il manto bianco che nasconde le tracce ma che così bene le accoglie se impresse sulla sua coltre.

Una promessa muta, un ricordo senza lacci.

Una solitudine che si colma in un luogo senza mura.

 

Chiara