C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)

C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)
"C'est en écrivant qu'on devient écriveron" (Raymond Queneau)

martedì 25 settembre 2012

Litote ed eufemismo. L’arte di nascondere.



 “La litote […]  C’est l’art d’exprimer le plus en disant le moins”. (A. Gide)
Devo dire che quel tipo non era male. Non era giovane, neanche molto anziano. Senza avvicinarsi, con tono per nulla arrogante, mi propose di aiutarlo.
- Nulla di preoccupante, ci tenne a precisare, non vorrei disturbare.
- Esponga pure senza farsi problemi, gli dissi, ma tenga conto che non ho molto tempo.
Come se non avessi fatto quella precisazione, cominciò a raccontarmi una serie di episodi non comuni della sua apparentemente banale esistenza.
- Non ho brillato molto negli studi eppure sono riuscito a mettere da parte una discreta fortuna, cominciò col dire. Nonostante le traversie non mi sono mai perso d’animo.
Non capivo cosa volesse dire esattamente, ma non ci feci caso più di tanto. Lui non smise  di raccontare.
- Non mi manca molto la mia infanzia, confessò con qualche reticenza. Eppure devo dire che non  ho conosciuto sufficientemente i mei.
- La seguo non senza difficoltà, gli dissi.
- Non si preoccupi, non sono in pochi ad avermelo detto.
- Immagino che non ci voglia molto coraggio a farlo.
- Non vedo come non ammetterlo.
 
©2012 Gianfranco Brevetto
 

martedì 18 settembre 2012

GNIK !

-Gnik!gnik!gnik!


Sentivo provenire questa specie di lamento continuato da qualche parte, in sala, sotto la credenza. E’ vero, riflettei, quel mobile aveva qualche anno.

- I tarli! Pensavo, e ci riflettevo su perché i tarli hanno sempre costituito per me una minaccia più che una realtà: non ne aveva mai visto uno!

-Gnik!gnik!gnik!....Gnik!gnik!gnik!

- Insistente! Un tarlo sfacciato, tra tanti tarli educati, ne doveva capitare uno così proprio a me!

-Gnik!gnik!gnik!....Gnik!gnik!gnik!

-Da qualche parte avevo letto che contro i tarli si doveva utilizzare quello spray della pubblicità, quello che si spruzza. Divertente!

- Gnik!gnik!gnik!....Gnik!gnik!gnik-

- Anche insolente, ora!

- Gnik!gnik!gnik!....Gnik!gnik!gnik

- Adesso vediamo! Dissi. E corsi a prendere, nello sportello in basso della cucina, lo spray, quello della pubblicità, e mi acquattai nei pressi delle credenza per colpire, quel tarlaccio maleducato, al prossimo rumorino sospetto.

- Gnik!gnik!gnik!....Gnik!gnik!gnik

- Prussssss! Prussssss! Prussssssss! La nuvola dello spray avvolgeva la gamba destra del mobile. Proprio quella dalla quale sembrava provenire quello strano scricchiolio.

- Gnik!gnik!gnik!....Gnik!gnik!gnik

-Stavolta ti sistemo io! Prussss!...Prussss….!!!!

- Gnik!gnik!gnik!....Gnik!gnik!gnik

-Prussss…..Prusssss…..

- Gnik…Gnik…

- Prussss…..

- Otuia! Otuia! Onos iuq! Onos nu er! Eht Gnik!

- Vai via ! Prussss…

- Otuia! Otuia!

- Crepa ! Prussssssss….sss..s!

Vedevo che da un forellino nel legno usciva come una piccola testa di spillo lucente. Doveva essere lì quel tarlo sciagurato.

- Prussssssss….e vai con la nuvoletta distruggi tarli!

- Atsab! Atsab!

- Pru..s…s…………s! Cavoli proprio adesso doveva finire! S………s…………s….

- Atsab! Atsab!.....onos nu er!.... onos nu…onos…

- S……, agitavo violentemente la bomboletta per farne uscire ancora un po’. Ss!s…..s!

Poi nulla più. Quella strana vocina si era placata. Aveva ragione la pubblicità! Ce l’avevo fatta. Ora sarei potuto anche andare a letto soddisfatto.

Ci misi un po’ a prendere sonno. Pensavo al tarlo, allo spray, alla battaglia vinta. Verso le due di notte il mio sonno improvvisamente s’interruppe. Tutto mi apparve chiaro quando vidi sulla spalliera delle sedia di fronte al letto, la maglietta che avevo indossato durante il giorno. Al rovescio.

- Onos nu adiciger! Pensai con terrore. Per questo era piccolo e indifeso. Colpa delle mia sbadataggine mattutina.

- Oh osiccu nu er! Eht gnik! Nu adiciger! Senza saperlo!

E chissà quanti lo scopriranno…


© 2012 Gianfranco Brevetto



martedì 4 settembre 2012

Marta e....Clara Paglionico

"Ho letto " Marta” di Gianfranco Brevetto, ma anche, dello stesso Autore, “Ghost track”, “Opus reticolatum” e “La forma delle parole”. Vi è un filo, un pensiero, che li unisce tutti e che in Marta mi è sembrato più evidente, più esplicito, forse più maturo: l’amore è forse una proiezione dell’io?
In questi libri, infatti, l’amore mi appare fecondo in sé in quanto capace persino di creare l’oggetto d’amore. Dunque, mi sembra, l’amore non è sentito come reale comunicazione, ma, piuttosto, come un' intuizione creativa dell’anima.
 In Marta c’è qualcosa di volutamente ossessivo, dico “volutamente”. Forse mi sbaglio, ma in questa volontaria ossessività ho visto una sottile, nascosta, ma amara e pungente provocazione: provocazione su certe illusioni dell’amore e della comunicazione.
 "Marta" si inserisce, quindi, in un percorso di ricerca dei "luoghi" della Verità, della Identità, dell'Amore, della Comunicazione. Brevetto percorre questa strada in maniera poetica, intensa, a volte dolorosa e provocatoria".
Clara Paglionico (Magistrato)
 

Marta e...Debora Aurilio

MARTA e Debora Aurilio (lettrice)
 ***

Ho letto il libro .... e non lo dico per retorica...ma ti assicuro che mi è piaciuto veramente molto....direi che mi ha veramente emozionato.
 "Marta" .... rappresenta il mondo femmile per eccellenza.
 Complimenti..