C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)

C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)
"C'est en écrivant qu'on devient écriveron" (Raymond Queneau)

lunedì 16 dicembre 2013

Rifiutammo di conoscere con l'inganno

 
 
Il senno è di poi. Prima senza ragioni ci amammo, forse inutilmente ci conoscemmo.
Ma ti preferii com'eri.
La ragione poco aggiunse alle nostre vite,
Se non la coscienza che non saremmo sopravvissuti al nostro sentimento,
Alla compulsività dell'esserci, al non abbandonarsi.
Sfidammo la ragione: la permanenza dello stato di veglia. Barriera invalicabile.
Noi ci arrendemmo di fronte alla paura di cedere.
Disillusi. Ci scoprimmo umani. Nudi
Ma non fummo cacciati. Fuggimmo.
Ci esiliammo. Rifiutammo di conoscere con l'inganno.
La serpe non poté nulla. Ci amavamo.
Così fu. Corremmo distante, al di là della fisica.
Esseri pensanti, ci nascondemmo.
É qui il malinteso:
Da allora,
La ragione ci fu preclusa per sempre,
Perché in quel luogo avemmo paura di non amarci. Di perderci.
Per questa colpa non fummo più dèi. Ma amanti.
Nell'esilio,
Nell'attesa,
Mi piacque guardare in fondo ai tuoi occhi mortali.

© 2013 Gianfranco Brevetto, Op. Cit.


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