
In questi libri, infatti, l’amore mi appare fecondo in sé in quanto capace persino di creare l’oggetto d’amore. Dunque, mi sembra, l’amore non è sentito come reale comunicazione, ma, piuttosto, come un' intuizione creativa dell’anima.
In Marta c’è qualcosa di volutamente ossessivo, dico “volutamente”. Forse mi sbaglio, ma in questa volontaria ossessività ho visto una sottile, nascosta, ma amara e pungente provocazione: provocazione su certe illusioni dell’amore e della comunicazione.
"Marta" si inserisce, quindi, in un percorso di ricerca dei "luoghi" della Verità, della Identità, dell'Amore, della Comunicazione. Brevetto percorre questa strada in maniera poetica, intensa, a volte dolorosa e provocatoria".
Clara Paglionico (Magistrato)
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