C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)

C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)
"C'est en écrivant qu'on devient écriveron" (Raymond Queneau)

martedì 25 settembre 2012

Litote ed eufemismo. L’arte di nascondere.



 “La litote […]  C’est l’art d’exprimer le plus en disant le moins”. (A. Gide)
Devo dire che quel tipo non era male. Non era giovane, neanche molto anziano. Senza avvicinarsi, con tono per nulla arrogante, mi propose di aiutarlo.
- Nulla di preoccupante, ci tenne a precisare, non vorrei disturbare.
- Esponga pure senza farsi problemi, gli dissi, ma tenga conto che non ho molto tempo.
Come se non avessi fatto quella precisazione, cominciò a raccontarmi una serie di episodi non comuni della sua apparentemente banale esistenza.
- Non ho brillato molto negli studi eppure sono riuscito a mettere da parte una discreta fortuna, cominciò col dire. Nonostante le traversie non mi sono mai perso d’animo.
Non capivo cosa volesse dire esattamente, ma non ci feci caso più di tanto. Lui non smise  di raccontare.
- Non mi manca molto la mia infanzia, confessò con qualche reticenza. Eppure devo dire che non  ho conosciuto sufficientemente i mei.
- La seguo non senza difficoltà, gli dissi.
- Non si preoccupi, non sono in pochi ad avermelo detto.
- Immagino che non ci voglia molto coraggio a farlo.
- Non vedo come non ammetterlo.
 
©2012 Gianfranco Brevetto
 

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