C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)

C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)
"C'est en écrivant qu'on devient écriveron" (Raymond Queneau)

giovedì 14 luglio 2011

[Diario di un Traduttore] NOMINA NUDA TENEMUS




Affidarsi al naso non paga, anzi devi proprio dubitare di quelli che apparentemente sembrano amici.
Questo è in parte valido nella vita, chi potrebbe dire che non è vero?
Dubitare è sintomo di prudenza. Anche se farlo eccessivamente lascia spazio a giudizi diversi e negativi (mi viene in mente la parola imbecille).
Joubert diceva che “solo cercando le parole si trovano i pensieri”, ma spesso le parole si somigliano e si somigliano anche tra lingue diverse, la somiglianza può portarti all’errore.
Parole che hanno origini comuni, in lingue diverse hanno finito con avere significati diversi.
Che meraviglia! Le parole non hanno un senso dovuto all’ortografia ma il senso glielo danno i popoli che le utilizzano.
La corrispondenza tra i pensieri e le parole non è così certa.
Tant’è vero che Bernardo da Morlay sosteneva: “la rosa originaria esiste solo nel nome” (De contemptu mundi).
Questo fatto m’interessa. Assai!


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