C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)

C'est en écrivant qu'on devient écriveron (Raymond Queneau)
"C'est en écrivant qu'on devient écriveron" (Raymond Queneau)

mercoledì 4 novembre 2015

I maestri elementari e i direttori dei cori parrocchiali non conoscono la musica. Neanche io.


 

Lo sapevo che, prima o poi, avrei scritto di questo argomento. Sono anni che penso di farlo. Mi sta molto a cuore.

 

 

Non ci vuole tanto a capire, nel corso delle affollate e confusionarie recite ed esibizioni scolastiche o durante i più tranquilli canti liturgicamente profusi dalle corali della domenica mattina, che lì di conoscenze musicali ce ne sono ben poche .

Lo svolazzare inconsulto delle mani dei direttori e delle direttrici di bimbi e fedeli, mi appare fin troppo casuale e imitativo per essere vero.

Sembrano piuttosto dire, di volta in volta: state attenti, tranquilli, non urlate, abbassate la voce, state svegli, fate comunque qualcosa.

Ciò nonostante, ho sempre invidiato maestri e direttori con una certezza che mi ha sempre accompagnato: io avrei fatto di meglio. Ad iniziare dalle mani, dai gesti, dalle espressioni.

Avrei impersonato con più decisione, ci avrei creduto e avrei fatto credere agli altri che la mia direzione fosse una direzione reale. Mi sarei preparato, avrei studiato i gesti dei grandi direttori. Avrei mostrato e stupito.

A scuola e in chiesa invece tutto si ferma alla parodia. Ed io non sono d’accordo. Tanto vale giocarsela tutta, recitare fino in fondo.

Filiberto, mio amico fidato sin dai tempi dei campionati di calcio parrocchiali, mi ha confessato, proprio ieri l’altro, di essere stonato come una campana. Lui è stato direttore di coro per trent’anni. La scorsa domenica, il prelato gli ha regalato un diapason argentato a ricordo di questo lungo e meritevole impegno.

Filiberto ne è stato molto contento, gli hanno affibbiato quel compito e lui lo ha portato avanti. Con tenacia, fino alla fine.

Lui si è commosso nel raccontarmelo.

Io la sera ci ho riflettuto e mi sono addormentato sognando una vita libera da ruoli e competenze.

Non imparerò più la musica e nemmeno altro.

 

©2015 Gianfranco Brevetto

 
 


 

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