Il senno è di poi. Prima senza ragioni
ci amammo, forse inutilmente ci conoscemmo.
Ma ti preferii com'eri.
La ragione poco aggiunse alle nostre
vite,
Se non la coscienza che non saremmo
sopravvissuti al nostro sentimento,
Alla compulsività dell'esserci, al non
abbandonarsi.
Sfidammo la ragione: la permanenza
dello stato di veglia. Barriera invalicabile.
Noi ci arrendemmo di fronte alla paura
di cedere.
Disillusi. Ci scoprimmo umani. Nudi
Ma non fummo cacciati.
Fuggimmo.
Ci esiliammo. Rifiutammo di conoscere
con l'inganno.
La serpe non poté nulla. Ci amavamo.
Così fu. Corremmo distante, al di là
della fisica.
Esseri pensanti, ci nascondemmo.
É
qui il malinteso:
Da allora,
La ragione ci fu preclusa per sempre,
Perché in quel luogo avemmo paura di
non amarci. Di perderci.
Per questa colpa non fummo più dèi.
Ma amanti.
Nell'esilio,
Nell'attesa,
Mi piacque guardare in fondo ai tuoi
occhi mortali.
©
2013 Gianfranco Brevetto, Op. Cit.
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